“Nessuno può andare in cielo se la sua base non è ferma”. Queste parole, pronunciate dal grande maestro Iyengar, ci insegnano quanto siano importanti le nostre fondamenta. Immaginiamo i nostri piedi come radici di un albero. Se forti, stabili e in salute, tutto l’albero ne gioverà e potrà crescere altrettanto sano. I piedi hanno la capacità tanto di sostenerci quanto di destabilizzarci, perciò è importante che dedichiamo loro la meritata attenzione.
I nostri piedi sostengono incessantemente il peso del corpo e un buon appoggio della pianta del piede ci permette non solo di avere una buona postura ma anche di prevenire problematiche comuni alle ginocchia, al bacino e alla colonna vertebrale. Anche nello yoga la consapevolezza dei piedi, del giusto appoggio e l’attivazione degli archi plantari sono fattori determinanti al fine di una pratica corretta. Nello yoga le posizioni in piedi sono fondamentali e costituiscono le basi della pratica.
Uno dei benefici dello yoga è quello di correggere la postura e distribuire correttamente il peso su tutta la pianta del piede. Inoltre, le cosce, le ginocchia e le caviglie si rafforzano e la schiena si irrobustisce. Nelle asana è importante portare costantemente l’attenzione al radicamento; radicarsi aiuta a ritrovare la connessione alla Madre Terra, a calmare il respiro e di conseguenza la mente.
Nello yoga, questo forte senso di radicamento del piede nella terra e di simultanea espansione verso il cielo è definito Pada Bandha, termine che deriva dal sanscrito in cui pada significa “piede” e bandha significa “legame”, “unire” o “afferrare”.
Pada bandha è l’attivazione degli archi plantari, fondamentale per la corretta esecuzione delle asana. Nei nostri piedi possiamo trovare 3 archi plantari: l’arco mediale che va dalla base dell’alluce al centro del tallone; l’arco laterale che va dalla base del mignolo al centro del tallone, e l’arco trasverso che va dalla base dell’alluce alla base del mignolo. Questi 3 archi formano la cosiddetta volta plantare.
Per apprendere Pada bandha prendiamo la posizione della montagna (Tadasana).
– In piedi, allarghiamo i piedi quanto i fianchi e posizioniamoli in modo che siano paralleli;
– le ginocchia seguono la direzione dei piedi.
– Alziamo le dita dei piedi e cerchiamo di sentire l’attivazione del piede e dei 3 archi plantari.
Il peso del corpo dovrebbe essere al centro dei piedi.
– Da qui portiamo di nuovo le dita dei piedi a terra e proviamo a tenerle più larghe possibili.
– Le spalle sono rilassate verso la terra e la testa è come se fosse sollevata e sostenuta verso
il cielo.
– Il mento è parallelo alla terra e lievemente rientrato.
– Ad occhi chiusi, cominciamo a portare l’attenzione ai piedi, sentendo bene l’appoggio di ogni
sua parte.
Una volta imparato come attivare Pada bandha, possiamo provare ad integrare questo principio in tutte le altre posizioni. Inizialmente non sarà facile perché il nostro primo pensiero non sarà rivolto ai piedi, ma all’esecuzione della posizione completa. Proviamo, tuttavia, a concentrarci sulle nostre radici e coltiviamo la pazienza e la costanza nella nostra pratica. Con il tempo riusciremo ad attivare Pada bandha in tutte le posizioni.
L’attivazione della volta plantare realizzata mediante Pada bandha permette di lavorare correttamente sia con i piedi sia con le catene muscolari ad essi collegate, permettendo di distribuire il peso del corpo uniformemente, migliorando il radicamento al suolo e la stabilità e permettendo all’energia di scorrere verso l’alto.
Questo ‘risveglio’ è, inoltre, favorito dal sostegno del primo chakra: Muladhara chakra è proprio il chakra delle nostre radici e dona stabilità sia fisica che mentale.
Muladhara chakra è il primo dei 7 chakra ed è conosciuto anche come il chakra della radice. Si trova precisamente nel perineo, tra i genitali e l’ano. Sbloccare questo centro energetico porta ad avere stabilità, sicurezza e fiducia in se stessi.
Namasté